Non hanno sempre avuto una vita facile, le donne sudtirolesi:
tacciate di stregoneria e messe al rogo
fino al ‘600, impegnate in lavori estenuanti nei masi di montagna,
costrette anche, sotto il fascismo, a mandare i figli nelle
scuole clandestine in lingua tedesca. A restituirne
parzialmente i destini vi è oggi un bel museo a Merano.
Evelyn
Ortner (1944 – 1997) ha creato il museo, che si trova sotto i portici di
Merano all'inizio gestiva una bottega di vestiti usati. Così si accorse
di come la moda comunicasse intrinsecamente il valore e il ruolo
assegnati alla donna nelle varie epoche. Dalle minuscole
scarpine fatte calzare alle giovani cinesi di buona famiglia
per rendere inadatte al lavoro fisico, ai corsetti in cui nobili dame si
stringevano fin quasi a svenire in ossequio ai canoni di bellezza
imperanti: l'abbigliamento femminile è sempre stato anche un specchio
del ruolo sociale assegnato alla donna nei secoli.
Queste erano
le considerazioni che stimolarono Evelyn Ortner a trasformare sua
collezione in un apiccola quanto interessante mostra. Abiti, gioielli,
accessori in voga dal 1820 ad oggi offrono ampi spunti di riflessione.
Il programma mussale comprende anche delle mostre temporanee ed eventi
serali.
Se siete a spasso per il
centro di Merano, non perdete dunque questo museo.
Contatto:
Museo delle Donne Via Mainardo 2 I-39012 Merano Tel. 0473
231216 Fax 0473 239553
www.museia.it
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La storia delle donne sudtirolesi viene presentata in maniera impressionante presso il Museo delle Donne a Merano. Molto interessanti anche gli attrezzi di uso quotidiano, la moda ed i tanti accessori.